Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale travolge Roma. L'anno è il 1943 e, nel pieno del conflitto, la città eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di fuga per tutti loro oltre oceano. I quattro giovani sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto, senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, "a piede libero" in una città in guerra.
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Dovrei essere contento perchè hanno fatto un film ambizioso e di genere in Italia, ma non posso esserlo perchè queste ambizioni sono state frustrate. Non funziona la sceneggiatura "action": grossolana e più bucata di un groviera Non funziona il villain, piu stereotipato dei nazisti anni '70 e del dottor stranamore Non funziona il mix fra commedia nera, film di guerra e film di super eroi Non funzionano le "citazioni" prese da Tarantino e da Alex De La Iglesia Non funziona la linea comica portata avanti dall'uomo calamita e dall'ammaestratore di insetti.
Praticamente funziona solo ciò che in Italia è sempre stato fatto bene: belle scenografie, belle riprese e bei scambi di battute specie quando coinvolgono Santamaria e la Giovinazzo. Ma quando si arriva alla parte americaneggiante è un fiasco totale, se Jeeg aveva trovato la sua dimesione supereroistica prettamente romana, Freaks Out invece si è perso tentando di copiare dagli altri.